COS'È IL GLAUCOMA E COME SI MANIFESTA
Descrizione della patologia

Il glaucoma

Il nervo ottico
Principali tipi di glaucoma
Questa patologia dell’occhio viene principalmente suddivisa in quattro tipi di glaucoma:
Cause e fattori di rischio
Della forma clinica di glaucoma più frequente, ossia il glaucoma cronico ad angolo aperto, non è stata identificata la causa. Nel corso degli anni, gli studi su questa patologia hanno evidenziato tuttavia alcuni fattori di rischio, che elenchiamo in ordine di importanza:
La pressione endoculare
La parte anteriore dell’occhio contiene un liquido acquoso, l’umore acqueo, che viene prodotto all’interno dell’occhio e vi circola continuamente. Normalmente l’umore acqueo viene eliminato attraverso un sistema di drenaggio chiamato trabecolato, posto nell’angolo dove la cornea e l’iride si incontrano.
Nel glaucoma il deflusso attraverso questo “drenaggio” risulta ostacolato, e ciò produce un innalzamento del livello pressorio interno all’occhio.

La pressione endoculare
Tecniche di misurazione della pressione endoculare
Le modalità di misurazione sono varie.
La più utilizzata è la tonometria all’applanazione.
Si tratta di una tecnica rapida e indolore che si esegue dopo avere instillato una goccia di anestetico insieme ad una quantità minima di colorante. Un piccolo cono di plastica viene appoggiato delicatamente sulla cornea e illuminato con una luce blu. La resistenza che il cono incontra nell’applanare la superficie della cornea viene misurata su un’apposita scala graduata ed espressa in millimetri di mercurio.
Valori fisiologici e patologici
La pressione viene ritenuta normale da 6 millimetri di mercurio, come valore minimo, fino a 21 millimetri di mercurio, come valore massimo.In realtà, l’esperienza clinica insegna che questo non è sempre vero.
Esistono infatti pressioni dannose al di sotto dei 21 mm e pressioni che non lo sono sopra i 21 mm.
La misurazione della pressione dell’occhio non è quindi sufficiente per una diagnosi certa della malattia.
Relazione tra pressione endoculare e pressione arteriosa
Fino a poco tempo fa si pensava che non esistesse nessuna relazione tra la pressione dell’occhio e quella del sangue. Recenti studi hanno però messo in correlazione la bassa pressione arteriosa e un eventuale possibile sviluppo di una patologia glaucomatosa.
Azione della pressione endoculare elevata sul nervo ottico
L’innalzamento pressorio del bulbo oculare produce uno schiacciamento del nervo e dei fasci di fibre superiore e inferiore che, se protratto, produce la morte delle fibre, con conseguente perdita di sostanza nervosa.
La perdita di sostanza nervosa determina una diminuzione della percezione visiva nel campo visivo, a cominciare dalle regioni periferiche.

La pressione normale

La pressione nervo escavato
COME SI DIAGNOSTICA IL GLAUCOMA
Sintomi soggettivi della patologia
La diminuzione della visione periferica che si riscontra per mezzo del campo visivo non è percepibile dal paziente se non nelle fasi più avanzate e irreversibili della malattia. Inoltre, l’ipertensione oculare non dà nessuna sintomatologia che possa essere avvertita dal paziente. Ne consegue che la diagnosi precoce del glaucoma può essere fatta solo dal medico oculista, dopo un’attenta valutazione di ogni singolo caso clinico.
Esami diagnostici
Il primo esame diagnostico necessario per rilevare il glaucoma è quello della pressione endoculare precedentemente descritto.
Il successivo, altrettanto importante, è l’esame del campo visivo.
Si intende per campo visivo l’area del visibile quando la sguardo del paziente fissa un punto. Uno strumento, il perimetro computerizzato, è in grado di dividere il campo visivo in una griglia di punti e di misurare la sensibilità di ciascuno di essi. Mediante l’attenta valutazione dell’esame perimetrico, l’oculista può stabilire se vi sono delle aree di diminuita sensibilità e, in base alla sua esperienza, di riconoscere la tipica forma del deficit glaucomatoso ed eventualmente differenziarla da deficit di altra natura.
Il terzo esame è l’analisi della morfologia del nervo ottico. Per eseguirlo viene instillata una goccia di collirio che dilata la pupilla. Le caratteristiche che vengono considerate nell’analisi sono varie.
Altro esame importante è la misura dello spessore degli strati delle fibre superiore ed inferiore del nervo ottico. L’oculista riesce a verificare la normalità di tale spessore anche con una normale lente per la visione del fundus oculare. Esistono però nuove tecnologie che riescono a misurare in modo più preciso lo spessore dello strato delle fibre e a confrontarlo con un database di normalità.
Sono indici di normalità uno spessore elevato e similare delle fibre superiori e inferiori.
Quando vi è un sospetto di patologia, le fotografie vengono usate come termine di paragone per un futuro raffronto allo scopo di determinare se nel tempo sono sopraggiunte variazioni.
Un’ulteriore indagine prevede una lente che viene posta a contatto della superficie corneale tramite l’interposizione di un gel.
Il medico così è in grado di esaminare accuratamente i 360° dell’angolo tra la cornea e l’iride, per valutare eventuali ostacoli al deflusso dell’umore acqueo.

Fotografia del disco ottico

strumentazione diagnostica
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